mercoledì 9 ottobre 2013

Italia in default



I partiti non rappresentano più i cittadini. Il parlamento e senato non rappresentano più il popolo italiano, ma sono al servizio di chi li ha nominati.
Le risorse pubbliche sono diventate private attraverso cessioni o con la concessione dello sfruttamento. La produzione è in caduta libera insieme all’occupazione.
Le grandi aziende chiudono le fabbriche e le multinazionali lasciano l’Italia. Un numero sterminato di aziende è fallita o sta licenziando. Il debito pubblico è fuori controllo. Non esportiamo più, ma le importazioni sono stabili. Non esiste un piano industriale per il futuro, per recuperare competitività. Progettiamo grandi opere per trasportare merci che non produciamo, come la Tav, il Ponte di Messina, che sono business per chi li realizza, ma all’Italia non servono, ma nel frattempo drenano decine di miliardi di euro dal bilancio dello Stato che potrebbero essere investiti nell’innovazione o altro. Gli italiani hanno le tasse più alte d’Europa, ma stipendi inferiori del 32% alla media di quelli europei. Si applicato sconti alle grosse somme di denaro evase o l’aliquota ridicole ai capitali occultati al Fisco, di origine mafiosa, derivanti da traffici illegali o di evasori totali, ed i contribuenti onesti che lavorano per il fisco almeno sei mesi all’anno, dopo questo esempio se possono diventeranno evasori. Il Governo non pensa al Paese, è impegnato ad evitare la galera a Berlusconi per contrastare l’effetto domino per i complici. L’informazione è scomparsa, una volta era semilibera, oggi si è dissolta. Per informarsi è rimasta la Rete, contro cui ogni mese si propone una nuova legge per controllarla o si alimenta soltanto con propaganda elettorale. Il territorio è cementificato anno dopo anno e le splendide città d’Italia trasformate in camere a gas. parcheggi e centri commerciali. Le Università italiane, che hanno primeggiato per secoli, sono scomparse dalle classifiche internazionali. Di tutto questo non dobbiamo dare la colpa a nessuno se non a noi stessi.

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