sabato 5 aprile 2014

Bruxelles contro l'austerity, scontri in piazza




Ventotto persone sono rimaste feriti durante la manifestazione. I sindacati ricordano che ci sono 26 milioni di cittadini europei senza lavoro.

Una manifestazione per chiedere quell'inversione di rotta all'Europa perché abbandoni l'austerità a favore di investimenti e lavoro di qualità, a partire dai giovani. È quello lanciato a Bruxelles dai sindacati europei, che a quasi un mese e mezzo dalle elezioni Ue hanno raccolto decine di migliaia di persone da tutto il Vecchio continente - oltre 50mila secondo gli organizzatori, la metà secondo la polizia - che vogliono «un'altra Europa» e lo «stop al dumping sociale». Non sono mancati scontri e tafferugli con la polizia che ha aperto gli idranti, provocati dal gruppo dei portuali delle città belghe di Anversa e Gand che hanno lanciato pietre, arance, petardi e danneggiato gli arredi urbani. Il bilancio è di 28 feriti - diversi alla testa - di cui 3 tra le forze dell'ordine. Isolata la frangia violenta a inizio corteo, una fiumana di bandiere delle sigle sindacali di 21 paesi europei, tra cui l'Italia con una delegazione di circa 500 persone tra Cgil, Cisl e Uil rappresentate dal segretario generale aggiunto della Uil Carmelo Barbagallo, ha invaso le strade del centro di Bruxelles sin dalla mattina per arrivare nel cuore del quartiere delle istituzioni europee.

«Misure d'austerità = povertà sostenibile», «Persone, non profitto», scandivano gli striscioni, di cui molti denunciavano la situazione dei giovani senza lavoro: «Stop youthanasia», «i giovani sono necessari», o ancora «l'avvenire della gioventù è in lutto». Tra le bandiere di Grecia, Portogallo, Spagna, Cipro e Italia ma anche di Germania, Belgio, Finlandia, Svezia, Lussemburgo, Polonia, Romania, Bulgaria e Gran Bretagna, a scandire il messaggio sotto le finestre del potere Ue sono stati i leader sindacali europei guidati da Bernardette Segol, segretaria generale della Ces. «Vogliamo investire per l'avvenire dell'Europa, per la nostra Europa, e prima che non sia troppo tardi - ha ammonito Segol - l'Europa deve prendere un'altra direzione». Quel che chiedono i sindacati all'Ue sono investimenti pari al 2% del pil europeo per i prossimi dieci anni in ricerca, formazione, infrastrutture che portino a occupazione di qualità, oltre a un salario minimo europeo, un corretto finanziamento dei servizi pubblici, servizi sociali rafforzati e una fiscalità più equa.

«L'austerità portata avanti dal governo europeo sta uccidendo non solo i lavoratori e i pensionati italiani ma quelli di tutta Europa, e sta uccidendo anche la democrazia facendo allontanare dall'Europa i cittadini», ha avvertito Barbagallo, «e se il presidente della Commissione Barroso non ci sente speriamo che ci senta la prossima presidenza di turno dell'Ue che è quella italiana». Il rischio, con l'esasperazione della gente per l'austerity ammazza-lavoro, è la vittoria dei populismi alle elezioni europee. «Per questo lanciamo questo grido d'allarme», ha sottolineato il leader Uil, «perchè si possa recuperare anche in 'zona Cesarinì una democrazia europea che pensa alla politica sociale, alla coesione e che permetta di rilanciare l'economia».


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